I primi 50 anni del mito Italiano nel mondo: Il Sassicaia
La prima annata uscita in commercio è stata la 1968 mentre l’ultima annata è la 2018.
Seguo questo vino dell’azienda Tenuta San Guido da tanti anni ed ogni anno ho modo di apprezzare i suoi tipici profumi che lo contraddistinguono, quali in particolare, la saponetta di lavanda e l’acqua di mare, quella pulita, caratterizzata dai sentori di melone bianco nella sua parte bianca interna vicina alla buccia. Mi fa piacere ricordare che l’annata 2015 è stata perfetta per tutto, che dire poi della 2016 che aveva una marcia in più rispetto alla prima? L’annata 2017 è stata molto difficile ma il direttore dell’azienda, Carlo Paoli, ha tagliato la produzione di circa 50.000 bottiglie, riuscendo a fare, ugualmente, un grande vino. L’annata 2018 non è stata facile tanto è vero che la produzione è stata inferiore rispetto alla normalità di circa 70.000 bottiglie. Non poteva essere diversamente vista la ricorrenza dei 50 anni e vista la qualità delle precedenti annate. Carlo Paoli ha scartato quei vini con tannini un pò asciutti ed ha lasciato il cuore della produzione.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono affinchè possa essere compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità.
Passiamo adesso a descrivere il vino degustato.
TENUTA SAN GUIDO
Bolgheri Doc, Sassicaia, annata 2018
(Uvaggio: 85% Cabernet Sauvignon e 15% Cabernet Franc)
Veste color rosso porpora.
Dal bicchiere si innalzano vari e piacevoli profumi di prugna, mora, cassis, menta, eucalipto, lievi di ambra e boisé, rosmarino, alloro, salvia, noce moscata. La passeggiata olfattiva prosegue con profumi intensi di saponetta di lavanda che mi ricorda la saponetta Atkinson, seguiti dall’acqua di mare, quella pulita (melone bianco e parte interna bianca della buccia di anguria), sella di cuoio, origano e tabacco trinciato del sigaro Toscano.
La bocca è invasa da piacevoli sensazioni fruttate di prugna , cassis e mirtillo.
Il corpo è medio e ricca è la sapidità. Vino ben equilibrato con la massa alcoolica che viene messa, completamente, a tacere grazie alla freschezza, alla sapidità ed ai tannini. Questi ultimi sono dolci, spessi, larghi (6/6–), inizialmente vellutati per poi nel finale asciugare, lievemente, la gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza gustativa con finale fruttato già sentito inizialmente.
Ricchezza, finezza ed eleganza caratterizzano questa annata.
Questo 2018 mi ricorda per certi aspetti il 1988. I tannini miglioreranno con la sosta in bottiglia.
(98/100)