Finalmente, anche se per un giorno solamente, sono potuto andare a Verona al Vinitaly. Come forse sapete in questi ultimi anni le date dell’En Primeur di Bordeaux ed il Vinitaly coincidevano e quindi chi, come me, doveva andare a Bordeaux, per degustare le anteprime, saltava il Vinitaly. Per fortuna gli organizzatori delle due manifestazioni si sono trovati d’accordo e quindi le manifestazioni non coincidono più.
Quest’anno sono andato a Verona di prima mattina e sono rimasto all’interno della fiera per tutto il giorno. Il tempo è volato, sono andato freneticamente da un padiglione all’altro, da uno stand all’altro a trovare amici produttori ed enologi che mi chiedevano di degustare i loro vini. Sicuramente non ho fatto piacere a qualche produttore che ho salutato frettolosamente senza fermarmi a degustare il suo vino e di ciò me ne scuso. Il Vinitaly non è il posto ideale per degustare con calma e concentrazione i vini, scrivendo le note di degustazione, ma è un luogo dove si degustano i vini analizzandoli verbalmente. Mi capita talvolta che mi venga richiesto, da un produttore, di degustare diversi vini e lo faccio con piacere, però potete immaginare a fine serata quanto vino ha transitato e sostato nella bocca, rendendo freneticamente attive le papille gustative.
Mi ha fatto piacere assaggiare il nuovo Chianti Classimo di Tommaso Cavalli che ho trovato assai gradevole.
L’amico Salvatore Geraci mi ha fatto degustare il suo piacevole Faro Palari, ultima annata. Questo è un vino che amo particolarmente perché ha la delicatezza e la profondità di un pinot nero di Borgogna. Sono stato nello stand dell’Azienda “Le Filigare” dove ho degustato tutta la gamma dei vini rossi ed un piacevolissimo spumante di sola uva Sangiovese.
Ho incontrato l’enologo Alberto Antonini che mi ha fatto degustare i vini della sua Azienda Poggio Tondo.
Mi sono fermato allo stand Col d’Orcia a travare il Conte Francesco Marone Cinzano che gentilmente mi ha fatto degustare la sua riserva Poggio al Vento 2006, vino ancora giovane, di grande equilibrio e piacevolezza, che mi ha ricordato un po’ per tali aspetti il 2001 ed il 2004.
Per ultimo mi è stato offerto in degustaizone la riserva 1968 e non ho potuto fare a meno di scrivere le seguenti note:
Le note di degustazione integrali possono essere consultate previa registrazione e successivo abbonamento.
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Veste color mattone.
Olfatto caratterizzato da profumi intensi di terra bagnata seguiti da foglie morte, selvaggina (gibier), humus, liquirizia, radice di rabarbaro, carruba, iuta, tè, menta, eucalipto, liquirizia in chicchi, inchiostro, per terminare con dei soffi di china.
Al gusto sfoggia un corpo medio ed un perfetto equilibrio dove la massa alcoolica è messa sotto tono dalla freschezza e dal tannino. Quest’ultimo è dolce, abbastanza largo (5/6), inizialmente setoso per poi nel finale asciugarsi un po’. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di radice di rabarbaro.
93/100
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Questa è l’unica nota di degustazione da me scritta al Vinitaly.
Sono stato a trovare nel padiglione Veneto il Prof. Giuseppe Trabucchi proprietario dell’Azienda omonima che si trova a Illasi. I suoi vini sono sempre di alto livello.
Avevo una lista scritta di aziende che avrei dovuto visitare e che non sono riuscito a visitare, con mio grande rammarico.
Ero stato invitato da Antonello Maietta, presidente A.I.S. ad andare alla presentazione della nuova rivista dell’A.I.S. per la quale mi è stato chiesto di scrivere e quindi con piacere ci sono andato.
Il Vinitaly è unico, ci vorrebbe più di un mese di tempo per poterlo visitare con più attenzione. Non c’è un’altra manifestazione così grande e così interessante. Il Vinexpo di Bordeaux non ha questa ampiezza di Aziende.
Durante questa, apparentemente lunga, giornata ho continuato il mio frenetico giro, consapevole che sarei arrivato a fine giornata senza avere fatto tutto quello che avrei voluto fare.
Spero che l’anno prossimo avrò più tempo da dedicare a questo stupendo evento.