L’ideatore e mecenate di questo premio, nella sua prima edizione, è il Dott. Gian Annibale Rossi di Medelana, presidente del premio e proprietario della tenuta Toscana Castello del Terriccio di Castellina Marittima, che ha una estensione di circa 1.700 ettari. Questo premio vuole essere un omaggio alla grande scuola del romanzo storico. Il premio viene assegnato alla migliore opera, dell’anno, di narrativa storica, in lingua italiana, francese o inglese (tradotte in italiano). Il romanzo deve trovare la sua ambientazione tra il 1066, anno della battaglia di Hastings ed il 1815, con il congresso di Vienna.
La giuria era composta da tre illustri personaggi: Niccolo’ Capponi, fiorentino, insegnante in istituti universitari per stranieri, Tommaso di Carpegna Falconieri, insegnante di storia medievale alla “Carlo Bo” di Urbino, Paolo Mieli ex direttore de “La Stampa” e del “Corriere della Sera”, attualmente è presidente di RCS libri.
La giuria ha letto ben 33 libri, selezionandone tre come finalisti.
Il primo è stato “Il bambino di Budrio” di Angela Nanetti. Il romanzo è ambientato nel 1644 in un antico castello di Bologna: Budrio.
Nel convento di frati il padre Giovanni Mezzetti educa un suo allievo di nome Giacomo Modanesi, un bambino di origini povere ma con una mente ed una facilità di apprendimento fuori dal comune.
Il romanzo si snoda in un rapporto di un maestro ambizioso ed un allievo con talento eccezionale.
Il secondo romanzo è stato “La dama Nera” di Sally O’Relly, è un romanzo che tratta di una donna che ha fatto girare la testa a William Shakespeare. Il tutto è ambientato nel mondo elisabettiano.
La bellissima poetessa Aemilia Bassano è colei che ha fatto girare la testa a William Shakeaspeare.
Il terzo romanzo è quello di Pierluigi Panza “L’inventore della dimenticanza”. Tratta di un medico tedesco del seicento, Adam Brux, che vive in Germania e che sogna di inventare una tecnica di memoria che spinga all’estremo la potenzialità della mente. Arrivato quasi alla soluzione studiando le opere di Giordano Bruno, il medico si rende conto che non dimenticare più niente è una condanna insopportabile.
Vincitore del premio è stata proclamata la Signora Angela Nannetti, persona sensibile ed affabile che non appena proclamata vincitrice è rimasta incredula, completamente senza parole, commovendosi.
Devo dire che è stata una stupenda esperienza.
Durante questa due giorni al Castello del Terriccio, prima della premiazione c’è stata una verticale del vino “Lupicaia” prodotto di nicchia dall’azienda che ci ha ospitati.
L’azienda si trova a settentrione della Maremma Toscana tra Castellina Marittima e Cecina.
I vigneti si estendono per circa 60 ettari mentre il resto dei terreni è vario, in parte destinato a coltivazione di cereali, di ulivi per la produzione di olio, all’allevamento di cavalli sella italiana ed infine ad allevamento biologico di vacche Limousine.
L’azienda ha boschi di cerri, querce, lecci, eucalipti e la profumata macchia mediterranea completa questo fantastico paesaggio.
Il Dottor Gian Annibale eredita l’azienda che nel 1975 aveva 63 famiglie mezzadrili con l’obiettivo, riuscito, di trasformarla in conduzione diretta.
I terreni hanno il ferro ed il rame che si mescolano alla tessitura di medio impasto di sabbia, lino ed argilla.
Gli uvaggi coltivati dall’azienda sono lo Chardonnay che risale al 1988 poi l’anno successivo il Sauvignon blanc ed infine le uve a bacca rossa, il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc ed il Merlot.
Negli anni ’90 vengono introdotti il Syrah ed il Petit Verdot.
La densità dei ceppi è di circa 5.600 per ettaro.
Le bottiglie di vino prodotte dall’azienda sono circa 200.000 all’anno.
I vigneti per le uve a bacca rossa sono allevati a cordone speronato, mentre per le uve a bacca bianca sono a guyot.
I vini prodotti dall’azienda sono il “Lupicaia” che nasce nel 1993 ed è il primo vino ed è composto da Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. Le bottiglie prodotte per anno sono circa 30.000.
Il secondo vino è il “Castello del Terriccio”, il cui primo anno di produzione è il 2000. L’uvaggio prevalente è il Syrah.
Il terzo vino è il “Tassinaia” che vede la luce nel 1992. Bottiglie prodotte per anno da 80.000 a 100.000.
Il “Con Vento” nato nel 1985 è il vino bianco ottenuto da uve di Sauvignon Blanc e Viogner, vino che fa solo acciaio. Bottiglie prodotte per anno da 4.000 a 6.000.
Il “Rondinaia” nato nel 1984 è l’altro vino biano fatto di uve Chardonnay con una piccola percentuale di Viogner. La produzione annuale è di circa 4.000 – 6.000 bottiglie.
Il “Capannino” è un vino rosso composto, prevalentemente, da uve Merlot, che fa acciaio e 6 mesi in barriques. E’ un vino semplice ma di buona beva.
L’enologo interno dell’azienda è Nicola Vaglini mentre Emanuele Vergari è l’agronomo interno, Carlo Ferrini è l’enologo esterno ed il consulente strategico. E’ stato Carlo Ferrini a decidere di fare produrre 900 grammi di uva per pianta.
In questo modo si da una naturale ricchezza e concentrazione ai vini ed una importante carica polifenolica, struttura e capacità d’invecchiamento.
Quando parlo con il Dott. Rossi del vino e di Carlo Ferrini vedo in lui un’ammirazione ed un affetto sviscerato nei confronti di Carlo.
Nell’annate particolari il vino olfattivamente è particolarmente balsamico ricco di eucalipto.
La verticale di Lupicaia è stata condotta dall’amico Luca Gardini in maniera semplice e disinvolta con la descrizione dei vini sia sotto l’aspetto olfattivo che gustativo.
Le annate della verticale sono state: 2002, 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010.
Prima di passare all’analisi dei vini degustati devo fare una precisazione.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino è importante che faccia le precisazioni che seguono affinché possa essere compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore.
La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente se il tannino è meno largo potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo più il vino è degno di attenzione, ma il tannino come ho precisato deve essere in ogni caso di buona qualità.
Le note di degustazione integrali possono essere consultate previa registrazione e successivo abbonamento.
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LUPICAIA annata 2004
(Uvaggio: Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 10% e Petit Verdot 5%) Gr. 14%
Colore rosso granato scuro.
Al naso offre una ricchezza olfattiva di alto livello con profumi maturi di prugna secca, confettura di more, lievi di fico secco nero, seguiti da fieno secco, clorofilla, lievi di carruba, menta, eucalipto, alloro, cassis, lievi di pepe nero, per terminare con lievi rimandi di buccia di arancia muffita (tipico del legno tostato, di qualità).
Al gusto è sapido e minerale con frutta nera, lievemente asprina, esattamente di prugna, lievemente acerba.
La copiosa freschezza domina la massa alcoolica grazie anche al tannino che è abbastanza largo (5/6), dolce, inizialmente setoso per poi asciugare, lievemente, la gengiva superiore. Il corpo è medio mentre lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di prugna lievemente acerba.
Il naso è piuttosto maturo mentre il gusto è lievemente di frutta non ben matura. Bel vino!
94/100
LUPICAIA annata 2006
(Uvaggio: Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 10% e Petit Verdot 5%) Gr. 14%
Veste rosso granato intenso – nero.
L’incontro olfattivo rivela subito lievi sentori di goudron (asfalto), seguiti dall’appretto (amido spray per stirare), lievi sentori vegetali, menta, intensi di eucalipto, liquirizia, sella di cuoio, prugna, mora di rovo, mentolo, per terminare con sussurri di alloro e salvia.
Al gusto è morbido e rotondo (più del 2004).
Il corpo è medio. Vino sapido e minerale, ben equilibrato con massa alcoolica messa a tacere dalla freschezza e dal tannino che è dolce, abbastanza largo (5/6) e spesso, inizialmente vellutato per poi asciugare la gengiva superiore nel finale.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di mora lievemente aspra.
Vino piacevole che mi ricorda olfattivamente per la generosa presenza dell’eucalipto, il 1999.
93/100
LUPICAIA annata 2007
(Uvaggio: Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 10% e Petit Verdot 5%) Gr. 14,5%
La tinta è rosso rubino intenso – nero.
All’olfatto ho percepito profumi di gas metano, peperone verde, cuoio vecchio, menta, eucalpito, mora, prugna, ciliegia marasca, pepe nero, noce moscata, per terminare con una spruzzata di appretto (amido spray per stirare).
Al gusto è sapido e minerale. Il corpo è medio ma meno presente rispetto a quello del 2006. Vino equilibrato con asse acido – tannico – alcool, in armonia tra loro.
Il tannino è dolce, abbastanza largo (5/6 – -), inizialmente setoso per poi nel finale asciugare e far bruciare un po’ la gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di stringa di liquirizia e di prugna.
Vino piacevole ma non è al livello del 2004, né del 2006.
91/100
LUPICAIA annata 2008
(Uvaggio: Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 10% e Petit Verdot 5%) Gr. 14%
Robe mix di rosso rubino – porpora – nero.
Il corredo olfattivo è caratterizzato da profumi di fico secco nero, menta, lievi di eucalpito, pepe nero, noce moscata, sella di cuoio, alloro, salvia, appretto, per terminare con piacevoli rimandi di prugna.
Al gusto è sapido e minerale. Il corpo è delicato ma appena sufficientemente presente.
Il vino ha un buon equilibrio grazie alla freschezza ed al tannino che dominano la massa alcoolica. Il tannino è dolce, abbastanza alrgo (5/6), inizialmente setoso per poi nel finale asciugare, lievemente, la gengiva. Abbastanza lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di prugna.
Naso inizialmente un po’ maturo, con una persistenza gustativa non particolarmente lunga.
(90 = /100)
LUPICAIA annata 2009
(Uvaggio: Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 10% e Petit Verdot 5%) Gr. 14%
Bel rosso rubino intenso con striatura porpora.
Olfatto immediato e piacevole di mandorla, seguito da profumi di ciliegia, mora, prugna, cassis, dolci boisé che ricordano la caramella mou al latte, lievi di crema di latte, guscio duro di mandorla, menta, eucalipto, alloro, ruggine, pepe nero, noce moscata intensi di appretto (amido spray per stirare), per terminare con soffi di cioccolata.
Bocca veramente piacevole con sapore edi ciliegia, prugna e cassis.
Vino perfettamente equilibrato, sapido, minerale, con corpo giustamente medio.
La massa alcoolica è dominata dalla freschezza e dal tannino.
Quest’ultimo è dolce, largo (6/6 -) setoso, fine ed elegante.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa con finale di prugna e cioccolata.
Sono stato incerto se considerare questo 2009 superiore o meno al 2010, ma analizzando l’olfatto, confesso che il 2009 è superiore mentre al gusto, per me, sono piacevolmente simili.
95/100
LUPICAIA annata 2010
(Uvaggio: Cabernet Sauvignon 90% e Petit Verdot 10%) Gr. 14%
Colore rosso rubino con intese trame porpora scuro.
L’impianto olfattivo evidenzia profumi di amido che ricordano l’appretto (amido spray per stirare) dolci del confetto, prugna, cassis, mora, lieve vegetale, menta, eucalipto, per terminare con un soffio di pepe nero appena macinato inebriato da sensazioni fruttate di prugna e mora di rovo. Il corpo è medio. Vino ben equilibrato con in rilievo la spalla acida ed il tannino.
Quest’ultimo è dolce, largo (6/6-) e setoso.
Lunga è la sua persistenza ed il finale ricorda la prugna fresca.
Vino piacevole, non è un vino di potenza ma è un vino di grande eleganza, con un tannino setoso e largo quasi completamente.
Nelle mie note ho scritto: “bella bocca”.
In quest’annata non c’è il Merlot ed il Cabernet Franc ha dato, al vino, una grande eleganza. Sono sicuro che Carlo Ferrini, grande amante del Cabernet Franc sinonimo di eleganza e piacevolezza, sia contentissimo di questo vino in quest’annata.
94/100
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