Che meravigliosa manifestazione! Quando vado al Vinitaly ed entro all’interno della fiera, mi sento come un bambino che entra dentro ad un fornitissimo negozio di giocattoli. Domenica 22 marzo io e Sergio Antonini mio amico di degustazione ed all’occorrenza anche fotografo, siamo partiti presto da Cortina, vicino all’azienda Alois Legeder, per arrivare presto a Verona, nella speranza di non trovare troppo traffico.
Una volta arrivati al parcheggio della fiera ci siamo diretti a piedi verso l’ingresso dove ho incontrato amici giornalisti.
Il Vinitaly è per me, per quella che è la mia esperienza, la più bella manifestazione di vino e non solo, che io conosca. Per poterla girare bene ci vorrebbe minimo un mese. Il Vinexpo di Bordeaux che è una manifestazione che si tiene ogni due anni, pur essendo interessante non ha l’ampiezza del Vinitaly. Al Vinitaly ti sforzi di fare il più posisbile ma è come una goccia d’acqua nell’oceano.
Vorrei andare a trovare produttori sia nazionali che internazionali ma credetemi un giorno è niente.
Sono riuscito, dalle 9.30 di mattina alle 18.30, a fare pochissimo rispetto a quello che avrei voluto fare. Innumerevoli sono stati gli incontri che ho fatto con produttori, enologi, giornalisti ed amici.
Già questi incontri anche se sono, indubbiamente, piacevoli ti portano via un bel po’ di tempo. Ad inizio mattina sono andato a trovare lo stand dell’azienda Toscana chiantigiana “Le Filigare” ed ho degustato tutti i vini della loro produzione compreso lo spumante rosé, non millesimato, fatto di sole uve sangiovese, con bollicine abbastanza fini e numerose. Naso di ciliegia al gusto sapido e minerale, equilibrato, persistente, con finale lievemente agrumato (88/100).
Mi ha colpito in positivo il loro vino “Pietro 2011” composto dal 70% di Merlot, 15% Shiraz e 15% di Sangiovese. Naso vario di caucciù, cioccolata, polvere da sparo, ciliegia, dolce del confetto, menta, eucalipto, tartufo nero, pepe nero, liquirizia, guscio duro della mandorla, per terminare con rimandi di tabacco dolce da pipa.
Al gusto ha una bella struttura con tannini quasi totalmente larghi (5/6 +), abbastanza setosi con buon equilibrio gustativo, con la massa alcoolica impercettibile, e con lunga persistenza (92/100). Piacevole è stato anche il “Podere Le Rocce 2012 (25° anniversario) con il 75% di Cabernet Sauvignon ed il 25% di Sangiovese. Rosso rubino intenso con bagliori porpora. Naso con profumi di vernice ad olio ciliegia e prugna. Al gusto piacevole prugna fresca, ben equilibrato con massa alcoolica dominata dalla acidità e dal tannino che è vellutato, abbastanza largo (5/6 +) e lunga persistenza. Poi sono andato a trovare Carlo Paoli direttore generale della azienda Toscana di Bolgheri, “Sassicaia”, dove ho degustato il secondo vino il “Guidalberto 2013” che mi è piaciuto per il naso un po’ cioccolatoso, mentolato, speziato e dolcino (confetto). Al gusto sprigiona una bella sapidità ed eleganza con tannini abbastanza larghi e setosi.
Lunga è la sua persistenza. Ricordo che il 2011 aveva più struttura, ma meno persistenza di questo 2013 (91/100).
Ho riassaggiato con gioia il Sassicaia 2012 che avevo degustato un anno prima in azienda insieme al 2011 ed al 2013.
Questo 2012 è un vino elegante con meno struttura del 2011. Il 2013 ha un po’ più struttura del 2011. Il 2012 è un vino completo che mi ricorda il 2010 per l’eleganza (più eleganza che potenza), mentre il 2011 ed il 2013 hanno una bella struttura ed eleganza al contempo.
Devo dire di avere sentito migliorato questo 2012 rispetto a diversi mesi prima.
Al gusto il 2012 ha una bella frutta ed una ricca acidità, i tannini sono vellutati ed abbastanza larghi. Lunga è la sua persistenza i tannini si devono ammorbidire un po’ (92/100).
Salutato Carlo Paoli mi sono diretto a trovare il Conte Francesco Marone Cinzano, proprietario dell’Azienda Col d’Orcia di Montalcino, dove ho degustato vari vini, tra cui il Brunello 2010.
Il suo naso è inconfondibile: intensa nocciolina appena tostata, con la pellolina rossa, cuoio biondo, ciliegia, menta, eucalipto e lieve cioccolata.
Gusto che non delude le aspettative, con tannini larghi (6/6 -) e setosi. Vino ben equilibrato e persistente (94/100).
Mi posso immaginare come sarà la riserva “Poggio al Vento 2010”. Per finire ho degustato e bevuto il Brunello di Montalcino annata 1965 che ho trovato molto piacevole con colore rosso mattone, profumi di humus, foglie morte, terra bagnata, iuta e lieve dattero secco.
Al gusto ha una piacevole dolcezza con sapori, lievi, di dattero secco e carruba.
Vino ben equilibrato con massa alcoolica impercettibile grazie all’acidità ed al tannino che è dolce, setoso e largo (6/6 -). Lunga è la sua persistenza (93/100).
Francesco poi mi ha voluto strabiliare facendomi assaggiare un vino passito che fa in Cile: “Erasmo Late Harvest Toroutel”, annata 2009. Colore giallo ambra. Olfatto ricco di profumi di albicocca secca, foglia di ruta, foglia di pomodoro, buccia di arancia, burro fuso, menta ed eucalipto. Al gusto ha un corpo medio, sapori di zafferano, albicocca secca e miele. Vino ben equilibrato grazie alla copiosa acidità. Lunga persistenza con finale di miele e mandarino (93/100).
La sosta culinaria è stata fatta presso lo stand dell’azienda Toscana Castello di Bossi, da Marco Bacci, dove Sergio ed io abbiamo mangiato una ottima cinta senese ed altri salumi nostrani ed abbiamo bevuto i vari vini prodotti nelle sue tre aziende toscane. Ho girato per altri stand assaggiando in velocità diversi vini, fermandomi un poco di più presso l’azienda veneta Trabucchi, una delle mie preferite dove mi ha accolto la Signora Trabucchi che mi ha fatto degustare diversi vini tra cui l’Amarone 2007 e l’Amarone 2008. Ho sentito il tannino del 2008 più largo ma un po’ più aggressivo rispetto a quello del 2007. Per me il 2008 (93/100) è in generale più pronto del 2007 (92/100). Entrambi sono vini equilibrati e persistenti.
Sono stato poi a trovare la Marchesi Antinori dove mi sono gustato un po’ di Champagne Perrier Jouet, Belle Epoque 2004, ed ho parlato sia con il Marchese Piero Antinori che con il Dott. Renzo Cotarella, direttore generale ed amministratore delle aziende Antinori. In ultimo, dopo vari giri in altri padiglioni, ci siamo fermati a trovare gli amici Giovanni ed Elisabetta Puiatti che hanno creato l’azienda Villa Parens di Fassa d’Isonzo; il loro motto è: “Il vino è arte, emozione, colore e calore”. Giovanni produce alcuni vini bianchi, un bellissimo pinot nero e tre spumanti, metodo classico, il Blanc de Blancs (70% Chardonnay e 30% Ribolla gialla), il Blanc de Noirs (90% Pinot Nero e 10% Pinot Meunier) ed il Rosé de Noirs (75% Pinot Nero e 25% Pinot Meunier). Giovanni ha sempre sostenuto che il vino non deve essere contaminato dal legno poiché si devono sentire i profumi floreali e fruttati. Sono d’accordo con la sua filosofia perché spessissimo nei vini si sentono note sprigionate dal legno. Provate a sentire dei vini vecchi del padre Vittorio e del figlio Giovanni degli anni ’80 e ’90, sono sempre vini di incredibile piacevolezza.
Ricordo il loro Chardonnay 1988 ricco di profumi tra cui il burro di nocciolina, profumo tipico dello Chardonnay di Borgogna.
Alla fine della giornata, prima di tornare a Firenze, Sergio ed io siamo stati a cena a Verona, insieme a Mauro Vannucci al ristorante “Il Desco” dove abbiamo consumato una piacevole cena. Poi siamo partiti per Firenze stanchi ma appagati per avere trascorso due giorni intensi di degustazioni ed incontri con il rimpianto di non essere potuti rimanere più tempo al Vinitaly e con il desiderio di avere più tempo l’anno successivo.