Piero Benvenuti ha ospitato ad un pranzo in Firenze, presso il ristorante Salotto Portinari di Vito Mollica: Stefano Amerighi, Luca Managlia, Simone Fracassi, Roberto Venuta, Gianni Mercatali ed il sottoscritto.
Vito ci ha preparato un menù specifico che potesse andare bene con i vini che avevamo scelto di bere. Il menù non poteva essere migliore con la “sogliola di Dover con salsa allo champagne e caviale Oscietra” ci è stato servito il Krug Grand Cuvée n. 168 (che contiene l’annata 2012).
A seguire c’è stato il “Medaglione di Gallinella con salsa cacciucco” che è stata gustata con un ottimo Pol Roger Sir Winston Churchill 2008, La portata successiva è stata “Pici al cavolo nero con cibreo di pollo e tartufo nero pregiato” con il quale è stato servito il Saint Joseph 2021 della maison Pierre Gonon ed a seguire il Volnay 2017 del Domaine Nicolas Rossignol.
Il Clos de Tart 2003 del Domaine Mommessin è stato servito con l'”Arista di grigio del Casentino con susine alla pancetta affumicata e mele caramellate”. Abbinamento perfetto vista la maturità del frutto del vino.
Per ultimo con il dessert “Pithivier alle mandorle e lamponi con gelato al Grand Marnier” ci è stato servito il sauternes Chateau Climens 1997.
Pranzo eccezionale in compagnia di belle e piacevoli persone capaci di apprezzare sia il cibo che i vini.
Vito durante il pranzo ci ha coccolati senza mai abbandonarci.
A mio avviso siamo in uno dei pochi ristoranti fiorentini di alta cucina.
Veniamo ora alla degustazione dei vini.
Per quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono, affinchè possa essere compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà essere per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tannino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità.
Passiamo adesso a descrivere i vini degustati.
CHAMPAGNE KRUG
Grande Cuvée n. 168
(uvaggio: 198 vini di 11 annate, la più giovane è la 2012 e la più vecchia è la 1996 composto per il 52% Pinot Noir, 35% Chardonnay e 13% Pinot Meunier)
Giallo oro lucente, bollicine finissime ed abbastanza numerose.
Dal calice si innalzano profumi di miele, pietra focaia, burro di nocciolina, menta, eucalipto, pepe bianco, lievi di fico bianco secco, guscio di mandorla, dolci dell’esterno del confetto, bacca di ginepro, grafite, per terminare con lievi soffi di buccia di banana verde.
All’assaggio ha bollicine fini, corpo medio, sapido e minerale.
Vino ben equilibrato tra alcol e freschezza, quest’ultima è ricca ed agrumata.
I tannini, a causa del legno, sono nel finale un pochino asciuganti sulla gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza aromatica intensa. (95/100)
CHAMPAGNE
POL ROGER SIR WINSTON CHURCHILL, annata 2008
(uvaggio: 75% Pinot Noir e 25% Chardonnay)
Giallo oro lucente con bollicine fini e numerose.
Al naso rilascia profumi di miele di acacia, buccia di piselli, mela renetta matura, lievi di uva passa, per terminare con note dolci che ricordano l’esterno del confetto.
Al palato le bollicine sono fini ed il corpo è medio. Sapore di mela renetta. Vino ben equilibrato con la freschezza che domina completamente la massa alcolica. Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di miele di castagno. Si sentono un pochino i tannini del legno che asciugano lievemente la gengiva superiore.
Ho bevuto recentemente la 2008 ma in formato magnum che ho trovato più complessa sia olfattivamente che gustativamente alla quale avevo dato (97/100) (94/100)
DOMAINE PIERRE GONON
SAINT JOSEPH, annata 2021
(RODANO)
Veste color rosso porpora.
Al naso emergono subito piacevoli profumi tipici del Syrah quali la prugna, l’oliva nera, pepe nero, pelle lavorata, menta, eucalipto, sesso sfrenato, ciliegia marasca, per terminare con ricordi di appretto (amido spray per stirare).
Al palato si percepisce un corpo medio sufficiente plus e un piacevole sapore di prugna succosa. Il vino ha un perfetto equilibrio gustativo infatti la freschezza domina completamente la massa alcolica.
I tannini sono dolci, abbastanza larghi (5/6+) e vellutati.
Lunga è la sua persistenza gustativa. Vino piacevole. (93/100)
DOMAINE NICOLAS ROSSIGNOL
VILLAGE VOLNAY, annata 2017
Rosso granato trasparente.
Mix olfattivo fatto di profumi di lampone, appretto (amido spray per stirare), ciliegia un pò candita, amido del tessuto cotone ed una lieve sensazione alcolica.
In bocca ha corpo medio ed è sapido e fruttato (frutta matura). Vino con equilibrio un pò altalenante tra alcol e freschezza mentre i tannini sono dolci, abbastanza larghi (5/6) e vellutati. Lunga è la sua persistenza gustativa con finale di ciliegia candita. Vino un pò maturo e con un pò di pungenza di alcol sia al naso che al gusto. (89/100)
DOMAINE MOMMESSIN
CLOS DE TART, annata 2003
Colore rosso rubino con riflessi porpora
Articolato al naso nei toni di menta, eucalipto, rosmarino, salvia, alloro, mora di rovo, prugna, appretto (amido spray per stirare) intensi di fondi di caffè, per terminare con accenni di juta.
Al palato conferma l’annata di maturità ma anche di generosa freschezza. Il vino ha corpo medio plus ed ha ottimo equilibrio tra alcol e freschezza. I tannini sono dolci, abbastanza larghi (5/6) e vellutati. Sapore di ciliegia, lampone e prugna. Lunga è la sua persistenza aromatica intensa.
Bella beva, spiccano la sua struttura e la sua maturità del frutto. (94/100)
CHATEAU CLIMENS
SAUTERNES, annata 1997
(uvaggio: 100% Sémillon)
Manto giallo ambrato chiaro.
Articolazione aromatica con profumi di miele di acacia, tè al limone, camomilla, caramella mou al latte, frutta tropicale (mango e papaya), per terminare con lievi soffi di appretto (amido spray per stirare).
Al gusto ha corpo medio e sapore di miele di castagno. Vino ben equilibrato tra alcol e freschezza solo che brucia lievemente la gengiva superiore.
Lunga è la sua persistenza gustativa. (94/100)